Il protagonista del gioco racconta la sua storia introducendo ogni missione sotto forma di flashback; scene di intermezzo collegano i tanti eventi bellici di cui si compongono le missioni di gioco. Brothers In Arms: Earned In Blood risulta essere una ricostruzione fedele della lotta nelle trincee durante la seconda guerra mondiale. Come Road to Hill 30, Earned in Blood pone al comando di una piccola squadra impegnata in azioni d’assalto, di penetrazione o di difesa. I nostri sottoposti devono essere istruiti affinché alimentino un fuoco di sbarramento che costringa i nemici all’immobilità, mentre il giocatore opera una veloce manovra di accerchiamento per sorprendere i nemici alle spalle. Questa è l’unica strategia capace di condurre alla vittoria e quindi non si fa fatica ad immaginare quanto il gioco possa stancare sul lungo periodo. La stessa ripetitività che affliggeva il prequel trascina anche Earned in Blood verso una blanda monotonia. Il motore grafico è ormai datato e non riesce a ricreare la giusta atmosfera e i teatri della guerra. Questo non è un titolo per tutti. La particolarità del gameplay lo allontana dai più famosi sparatutto quanto dai giocatori più occasionali anche se ha un certo carattere che gli si deve riconoscere
